Max e Helen by Simon Wiesenthal

Max e Helen by Simon Wiesenthal

autore:Simon Wiesenthal [Wiesenthal, Simon]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-01-21T23:00:00+00:00


Chissà che ora s’è fatta, intanto? Dev’essere quasi l’alba. Penso al sonno perduto e tento di dare un’occhiata all’orologio di nascosto. Max però se n’è accorto e ammutolisce. Temo di averlo offeso e cerco di rimediare.

«Max», gli dico, «quello che mi hai riferito delle tue esperienze nell’Unione Sovietica corrisponde in pieno ai racconti dei pochi cittadini sovietici ebrei che hanno potuto abbandonare la Russia. Purtroppo, però, al giorno d’oggi le loro testimonianze trovano scarsa attenzione. Depreco profondamente questa mancanza di pubblicità. Qualche tempo fa ho parlato alla televisione tedesca del “fascismo di sinistra”; alla trasmissione ha fatto seguito un dibattito. C’erano partecipanti, nient’affatto comunisti, ma liberali e socialisti, che mi avrebbero tappato volentieri la bocca quando ho affermato che l’antisemitismo, soprattutto nei paesi dell’Est europeo, rivela tipici tratti fascisti. È a gente del genere che dovresti esporre le tue esperienze: può darsi che prendano più sul serio le dichiarazioni di testimoni diretti che non le opinioni di uomini come me.

«E del resto, conosci, credo, quell’amaro detto polacco, che la peggiore delle disgrazie è di essere occupati dai tedeschi per poi venir liberati dai russi».

«È proprio la disgrazia che è toccata a me, e tuttavia...».

«Continua, Max. Che cosa volevi dire?».

Tace. La tensione delle ultime ore si fa sentire; non siamo più in grado di condurre una conversazione sensata, le parole vengono meno. Spengo la lampada da notte. Nella stanza è ormai chiaro quasi come di giorno. Congedo Max alquanto bruscamente, e lui se ne va senza una parola.

Poco dopo ci ritroviamo a colazione nel ristorante dell’albergo. Non abbiamo certo un bell’aspetto. I visi di due che hanno passato la notte in bianco, l’uno in preda a un divorante nervosismo, l’altro teso a mantenere il controllo. Due uomini che nel giro di neanche ventiquattr’ore sono divenuti amici e che hanno alle spalle una storia assai simile. Ma il presente ci separa: io ho una famiglia e un lavoro che mi soddisfa appieno, mi sento utile; Max invece ritiene la sua esistenza inutile, priva di senso. Saliamo in camera di Max. La cameriera ha già rassettato stanza e bagno. Nessuno ci disturberà, Max potrà continuare tranquillamente il suo racconto.

«Come ti ho già detto, l’ufficiale ebreo aveva fatto venire da Rostov gli atti che mi riguardavano e, pensa un po’, c’era, sì, una condanna a mio carico: semplicemente, si erano dimenticati di comunicarmela e di farmi firmare la sentenza. In base al paragrafo 58 del codice penale sovietico mi erano stati comminati, per propaganda antisovietica, cinque anni di campo di rieducazione e cinque di esilio.

«Secondo l’ufficiale si trattava di una sentenza mite. Per quale motivo mi era stata inflitta? Per niente. Firmai il documento, tornai in cella. I miei compagni di pena tentarono di consolarmi, e sai come? Naturalmente, con una barzelletta quanto mai calzante. Un nuovo detenuto arriva in una cella sovraffollata. I compagni gli chiedono: “Quanto t’hanno dato?”. E lui: “Quindici anni”. E loro: “Per che cosa?”. Risposta: “Per niente”. “Ah, non è possibile”, replicano loro. “Per niente da noi si beccano solo dieci anni”».



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.